Come una farfalla

zanotta_news-from-design_butterfly_foto_1

Design by Alexander Taylor, Zanotta E&Y Co-Edition

Stella McCartney lo ha scelto per il suo showroom di design nel cuore di New York. È il tavolino da salotto Butterfly, disegnato dall’inglese Alexander Taylor (per tutti Alex) per la collezione 2006 di Zanotta, uno dei pezzi prodotti in coedizione col brand giapponese E&Y. «Volevo creare un piccolo mobile di alto artigianato al confine tra arte e design d’autore, una di quelle presenze friendly e confortevoli che danno un’impronta personale all’arredo», racconta a Happenings il designer. «La prima versione di Butterfly era in materiale acrilico, perspex per la precisione, poi con E&Y ne facemmo una serie di prototipi con base in multistrato e piano di cristallo. All’inizio la “farfalla” era unica, al centro della struttura, ma ci rendemmo conto ben presto che il tavolino, se sollecitato da spostamenti repentini, tendeva a perdere solidità, quindi la raddoppiammo. Il risultato è stato più che soddisfacente. Il multistrato impiallacciato rovere si prestava perfettamente a essere curvato secondo il disegno e con la forma sinuosa che volevo. Solo in un secondo tempo la lastra viene traforata». Se fino a qualche anno fa l’arte del traforo faceva parte delle attività puramente artigianali, oggi se ne sta scoprendo la versatilità nelle applicazioni in industrial design abbinate alla programmazione con dispositivi a controllo numerico. Per ottenere straordinari oggetti-scultura si usano dunque il taglio e la perforazione guidati dal computer: ne nascono vere e proprie “geometrie frattali” a tre dimensioni. «Quando abbiamo avuto tra le mani un prototipo finito del tavolino Butterfly di Taylor ci piacque immediatamente. Non era la prima volta che in Zanotta si decideva di produrre un pezzo messo a punto dalla “fucina” del design d’avanguardia che è la nipponica E&Y. Per prima cosa capimmo però che la cosa migliore con questo mobile sarebbe stata di realizzarlo ex-novo nel nostro distretto industriale», spiega Daniele Greppi, responsabile dell’Ufficio Tecnico Zanotta. «Abbiamo quindi deciso di rifare lo stampo, in modo da ottenere anche le angolature più difficili nel modo più preciso e armonico con l’utilizzo di una macchina del tipo “a 5 assi”. Il mondo dell’intaglio è un’alchimia di vuoti e pieni. E con le moderne strumentazioni è possibile partire da un rettangolo piano e arrivare a forme tridimensionali traforate anche molto complesse che vivono nello spazio, solide e leggere al tempo stesso».