Derby, l'istinto della forma

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Design by Noé Duchaufour Lawrance

Quando 10 anni fa venni in Italia per approfondire i miei studi di scultura, cominciai a conoscere e apprezzare il design. Avevo una vera passione per il lavoro di Ron Arad e Carlo Mollino, l’uno moderno, l’altro classico: due visioni che hanno in comune la ricerca di forme curve e organiche, di oggetti dinamici che sembrano descrivere i gesti che si compiono per utilizzarli. Uno stile che non tramonterà mai, perché a mio parere risponde a precise esigenze abitative moderne». Così Noé Duchaufour Lawrance introduce il racconto del suo percorso nel design contemporaneo, segnato da varie esperienze di successo, come i pezzi disegnati per Zanotta: il tavolo e consolle Dessouschic (2005, in catalogo con le Edizioni) e la poltrona Derby, presentata al Salone del mobile 2009. Questa è una bergère avvolgente ed ergonomica, un oggetto armonico e sinuoso che ruota su una solida base girevole in acciaio. «Per realizzarla è stato impostato in Zanotta un processo produttivo ad alta ingegneria industriale», spiega Duchaufour Lawrance. «La scocca, esternamente, è in poliuretano rigido rivestito in cuoio o in pelle. All’interno, la seduta è dotata di un sistema di molleggio su cinghie elastiche e schiumata con poliuretani a densità differenziate. La soluzione tecnologica di mettere in stampo la scocca insieme al molleggio a cinghie elastiche crea un insieme organico con l’imbottitura. Un ulteriore strato di poliuretano adattato al sedile rende ancora più morbida la seduta». La sagomatura globale della poltrona è il risultato di un attento studio del rapporto sedile schienale ed è del tutto innovativa grazie ad un sistema produttivo che organizza la sequenza delle varie fasi di fabbricazione dei singoli componenti: prima stampati singolarmente, poi calibrati e assemblati, quindi rifiniti con un sistema ad alta tecnologia sartoriale. Il risultato è una poltrona molto confortevole, che accoglie il corpo con una perfezione organica della forma. Non a caso il giovane designer francese fa riferimento, nel mondo dell’interior e industrial design, a un gruppo di creativi che si ispira agli elementi e alle forme della natura e che vede tra i suoi maestri, oltre all’amato Mollino, progettisti come Ross Lovegrove. «L’approccio di Lovegrove a questo mondo degli oggetti industriali mi ha sempre affascinato», continua Duchaufour Lawrance, «e provenendo io dalla scultura, ritengo di avere delle ottime opportunità per condurre questa professione: da scultori si acquisisce una buona conoscenza della reazione dei materiali alla torsione e al movimento, si sanno ottenere forme e volumi, si conoscono discipline come l’anatomia, la geometria e l’ergonomia. Si ha esperienza di forze e spinte esercitate dal corpo sulle forme. Fin da molto giovane ho amato l’arte e la natura e passavo molto tempo a plasmare con le mani oggetti sinuosi e morbidi».